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WWF SUD MILANESE


PRECISAZIONI 
SULLA QUESTIONE 
DELLO SCOLMATORE REDEFOSSI


Riproponiamo una versione leggermente modificata del volantino già distribuito nel Novembre 2000.

A proposito delle dichiarazioni riportate dalla stampa a seguito del nostro più recente intervento sulla questione scolmatore del Redefossi, vogliamo puntualizzare quanto segue, per essere chiari e non fraintesi.
Il WWF Lombardia ha proposto un intervento di rinaturalizzazione nel tratto terminale del deviatore Redefossi (praticamente il tratto in comune di San Donato) per ridurre il rischio idraulico, riqualificare l'ambiente, eliminare l'impatto ambientale e recuperare l'area alla normale fruizione pubblica e sociale, tenendo conto degli obiettivi del Piano di Assetto Idrogeologico.
Il progetto del Comune di S.Giuliano Milanese e del Magistrato per il Po invece è essenzialmente basato sulla massima velocizzazione delle acque del deviatore.

Zona d'immisione del deviatore Redefossi


Questo approccio tiene conto esclusivamente delle condizioni idrauliche puntuali, senza pensare alle conseguenze che determinerebbe a valle, come dimostrano le ormai numerose e tragiche situazioni di dissesto diffuse in gran parte del nostro Paese e che sono sotto gli occhi di tutti.
In altri termini la nostra proposta per la sistemazione idraulico ambientale dello scolmatore del Redefossi vuole segnalare a far riflettere innanzi tutto sul pericolo di carattere prettamente idraulico che il progetto annuale, insieme ad altri interventi di questo tipo, può comportare a valle dello scolmatore sul bacino del Lambro. Ci sono due vantaggi dal punto di vista idraulico adottando un progetto che ricalca la nostra proposta.
· In condizione "normale", cioè quando il pelo libero dell'acqua rimane invariato nel tempo, la portata a valle dello scolmatore non muta in entrambe le due soluzioni. Ciò che cambia è la velocità della corrente, minore energia di trascinamento a valle.
· Più importante: in caso di eventi eccezionali (grosse piogge) la nostra sezione permette una variazione minore di portata nel poiché si riesce a trattenere più acqua in loco. Al contrario l'altra proposta favorisce un amento di portata molto più rapido, causando così un veloce ingrossamento del fiume Lambro. Già nelle condizioni attuali alcune zone di Melegnano hanno rischiato di essere invase dall'acqua. C'è stato segnalato inoltre che già ora in caso di piena, le acque dello scolmatore che si immettono nel fiume Lambro tendono ad erodere gli argini in territorio di Mediglia in corrispondenza delle cascine Resica, Ca' del Lambro, Caccialocchio, creando così pericoli di frane e smottamenti.

1. Un altro rischio è dovuto dal fatto che per garantire il deflusso a quelle velocità il canale dovrebbe funzionare alla perfezione: ogni eventuale ostacolo non rimosso (rifiuti, alberi, manufatti dissestati, ecc.) provocherebbe fenomeni di rigurgito ( nel progetto non vi sono dati sulle piene del Lambro) e quindi in caso piena la fuoriuscita dell'acqua; la realizzazione di sponde ripide lisce comporterebbe un rischio di scivolamento di eventuali fruitori; si tenga presente come il canale si sviluppa parzialmente attiguo sia al parco urbano di San Giuliano che alle residenze di San Donato.
La realizzazione di un ambiente così "biologicamente arido" favorisce l'instaurarsi di cattivi odori (perché scarsissima la capacità biodepurativa naturale). Si creerebbe un sistema di paesaggio notevolmente scadente, che non solo priverebbe i cittadini di un possibile polmone verde, ma determinerebbe di fatto una perdita economica per i proprietari degli immobili limitrofi.


2. Per ciò che riguarda la qualità delle acque dello scolmatore, è vero che attualmente sono molto inquinate, ma un domani queste stesse dovrebbero essere intercettate dal depuratore di Milano Nosedo, in più il rallentamento della corrente aumenta la capacità di autodepurazione delle acque. Inoltre il movimento naturalista è stato tra i primi a segnalare la cattiva qualità delle acque che arrivano da Milano e a impegnarsi per cercare di risolvere il problema.

3. La nostra proposta alternativa al progetto che si intende realizzare è stata presentata nel Febbraio 2000, ricevendo da subito forti critiche, a parte un tiepido interessamento da parte dell'Autorità di Bacino. Nell'Agosto 2000 abbiamo presentato una stima di massima dei costi della nostra proposta all'Amm. Com. di San Donato Milanese, richiesta dalla stessa, a Magistrato del Po e all'Autorità di Bacino. Tale stima valuta la spesa totale, I.V.A. compresa, intorno ai 4,5 miliardi di Lire, valore dello stesso ordine di grandezza del progetto attuale.

4. A proposito della copertura del cavo Redefossi in San Donato Milanese collegata come onere alla urbanizzazione dei quartieri Affari e S. Francesco, la nostra associazione insieme ad altre realtà ambientaliste produsse circa 12 anni fa regolari osservazioni contro queste varianti di PRG di San Donato.

5. Il WWF non si è espresso sul progetto di copertura del Redefossi all'interno del centro urbano di San Giuliano (nonostante questa sia vietata dal decreto legislativo 152 / 99) proprio per gli evidenti problemi igienico sanitari connessi e perché comprende i disagi dei cittadini rivieraschi.

E' chiaro che gli enti competenti hanno già deciso per la soluzione che velocizza la corrente. Ma è anche un impegno morale della nostra realtà ambientalista ammonire e segnalare ciò che non è corretto dal punto di vista ambientale che potrebbe essere pericoloso anche lontano dalla zona dove si realizza il progetto.
In più si fa notare che da circa due anni tutta l'acqua del Redefossi è stata dirottata sullo scolmatore per permettere i lavori di bonifica dell'alveo del cavo e tale portata è stata ben "sopportata" dallo scolmatore per tutto questo periodo.
Viene però da domandarsi se sia utile investire denaro pubblico per realizzare qualcosa che forse non è necessario

 

STRALCIO 
DEL PARCO SUD
A OPERA

Nel corso del mese di Gennaio la nostra associazione ha denunciato un tentativo di stralcio di una vasta area all'interno del Parco Agricolo Sud Milano, nella fattispecie nel territorio di Opera.
La richiesta di stralcio è stata inoltrata da parte della Società Valorizzazione Rifiuti (già nota come Jelly Wax) ed interesserebbe un'area di circa 300 ettari che la nostra sezione ritiene di particolare interesse ambientale e paesaggistico.
La protesta del WWF Sud Milanese si unisce a quella di molti cittadini, di altre realtà associative e della stessa Amministrazione Comunale di Opera, la quale ha già provveduto ad un ricorso al TAR contro l'esclusione di tale area del Parco.

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