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Dylan Dog

<s> Tiziano Sclavi più altri autori che si alternavano, <a> troppi per nominarli tutti,<e> Bonelli ed. [1986- ]

Ebbene sì lo ammetto, anch'io leggevo Dylan Dog. Una precisazione: il periodo al quale mi riferisco io è quello che va dal primo albo fino a circa il numero sessanta, cioè quando lo scriveva Sclavi e non allo scialbo e triste presente.
Delle storie scritte da Tiziano almeno una su tre sono dei piccoli capolavori, le altre anche se meno belle sono sempre più dignitose di quelle sfornate adesso.
Chi è Dylan Dog? e' il cosiddetto "Indagatore dell'Incubo" una specie di investigatore privato al quale si rivolgono le persone che hanno vissuto delle esperienze così strane o allucinanti da pensare si trattasse, per l'appunto, di un'incubo. Gli fa da spalla un personaggio identico a Groucho Marx e che si comporta come Grouho Marx ma non e' lui e che con il suo umorismo viene utilizzato piu' che altro per stemperare la drammaticita' di certe storie.
E' un fumetto horror ma qui' il genere, almeno nelle storie migliori, non soffoca la sceneggiatura , anzi, a volte se ne serve efficacemente come strumento di critica del mondo che ci circonda, l'horror di DYD 
non è fine a se stesso, è completamente asservito alla storia, a volte e persino marginale agli effetti della vicenda.
Le storie sono abbastanza varie e tutte hanno una certa tematica di fondo che cambia con il disegnatore delle medesime, cosi' con Montanari&Grassani le storie sono piu' che altro dei gialli, con Roi sono una specie di allucinazione da psicanalisi, quelle di Casertano hanno un tono malinconico e cosi' via. 
E' interessante il fatto che questo personaggio sia cresciuto da una lettura per poche migliaia di lettori al fenomeno da baraccone odierno. Ormai gli sceneggiatori che si avvicendano ora non sanno piu' che pesci prendere e quello che era un bel fumettino scitto in maniera veramente egregia si e' trasformato in un circo acchiappasoldi. Peccato.
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