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A prima vista sembra un vichingo.Cosa ha di tanto importante questo gigante dall'aria hippie? In pratica e' il responsabile della maturazione del fumetto, del passaggio da semplice medium di intrattenimento a veicolo per un qualcosa di piu' serio e importante rivoluzionando i linguaggio e le tematiche dei comics.
Nasce in Inghilterra il 18 Novembre 1952, diventa famoso dopo l'85 ma inizia a scrivere articoli per piccole riviste come Weird Window e Seminar gia' nel'69/70. Contribuisce alla rivista Sounds con articoli e interviste, a volte anche come illustratore e spesso con lo pseudonimo di Curt Vile. Collabora con i Bauhaus al loro EP "Satori in Paris" e a "Mask" e incide anche un disco con la sua band i Sinister Ducks ("nessuno voleva fare il verso dell'anatra" dice il suo amico NEIL GAIMAN" cosi' vedi lui girare per lo studio facendo "quack quack" con tutti gli altri piegati in due dal ridere"). Per un certo periodo tiene anche una striscia periodica ,"Maxwell The Magic Cat", per un giornale locale di Northampton, sotto lo pseudonimo di Jill deRay, per lui era brutta ma EDDIE CAMPBELL la adora.
Inizia a lavorare per la 2000 A.D. che si sarebbe rivelata una autentica fucina di talenti (Bolland, Leach, Davis, Grant, Ezquerra ecc.), e vi scrive decine e decine di storie per serie come "The Ballad of Halo Jones" ,"D.R. and Quinch", "Rogue Trooper", "Skizz", successivamente passa a una nuova rivista che sarebbe stata la palestra dove avrebbe affinato il suo talento: il Warrior magazine della Quality.
Su di essa avrebbe scritto la prima parte di V for Vendetta, avrebbe iniziato Miraclemen e vi avrebbe collaborato sino alla chiusura col numero 26.
E' un uomo a tutto campo, oltre ai fumetti ha anche scritto la sceneggiatura del film Fashion Beast, scritto dei libro, diversi racconti e anche inciso un cd con una sua performance.
Incomincia a farsi conoscere e la DC Comics, alla ricerca di talenti fuori dal suolo americano, lo nota e decide di metterlo alle redini dell'agonizzante SWAMP THING.
Moore e' stato il primo di una lunga serie di autori inglesi a sbarcare oltreoceano che avrebbero cambiato radicalmente il fumetto americano (e di riflesso anche quello mondiale) come Neil Gaiman, PETE MILLIGAN, Grant Morrison e molti altri.
La DC comunque trattava lui e tutti gli altri artisti come delle semplici matite a noleggio, qualche anno fa quando lui, BISSETTE, e Wrightson andarono alla casa editrice per cercare di ottenere dei diritti per Swamp Thing si sentirono rispondere "questi signori non hanno fatto niente di valore per questa compagnia" e questo era il loro solito modus operandi, loro hanno creato Swamp Thing non Wrightson & Wein e successivamente Moore, Bissette e Totleben.
E Il fatto e' abbastanza ironico perche' qualche mese dopo quella conversazione e' stata creata la Vertigo, come ramo "adulto" della DC (anche se poi come dato di fatto le vere serie uscite sotto di loro, "adulte", come tematiche, si contano sulle dita di una mano) che si vantava di trattare eticamente i loro creatori.
Lui e' stato un pioniere nei rapporti con le case editrici che fino ad non tenevano in alcun conto gli autori ma come disse il suo amico Steve McManus, direttore della 2000AD : "Il pioniere e' quella persona che attraversa il deserto che lo trovi poi con una freccia nella schiena mentre punta la strada agli altri" una previsione tristemente azzeccata nel suo caso.
Andandosene via rese la vita piu' facile alla seconda ondata di talenti dall'Inghilterra che sarebbe venuta di li' a poco, loro non se ne rendono bene conto ma e' grazie a lui che, per esempio, un'autore come Gaiman ha chiesto e ottenuto ,retroattivamente, i diritti per SANDMAN, e' una cosa che non sarebbe stata possibile se lui e altri come lui non avessero sbattuto la porta in faccia alla DC.
Steve Bissette:"Mi immagino le facce al primo meeting dopo la dipartita di Alan, tutti li' e uno che chiede, bene quand'e' che esce il prossimo Watchmen ?"
Ancora sul Warrior esce MIRACLEMAN e lo continua anche quando il personaggio viene ceduto alla Eclipse.
Un fulmine a ciel sereno: nel 1986 incomincia per la DC la pubblicazione a puntate di WATCHMEN, un'opera che per molti versi avrebbe cambiato concezione "classica" di fumetto e che avrebbe riscontrato un successo senza precedenti.
Per la Eclipse scrive parte di BROUGHT TO LIGHT, disegnato da Sienkiewicz, un pezzo molto teso sullo scandalo Iran-Contra, lo reputa un pezzo importante che ebbe un certo impatto sui media visto che venne boicottato dalla stampa a piu' riprese, l'opera ebbe un buon successo tanto che in Inghilterra il testo fu adattato a monologo e portato a teatro.
I primi anni '90 sono un periodo importante per lui : fa uscire A SMALL KILLING per un editore di libri, investe la sua vita creativa in nelle pagine di TABOO dell'amico Bissette quasi per gratis (ogni storia veniva pagata, non importa chi scrivesse o disegnasse, cento dollari a pagina) iniziando FROM HELL e Lost Girls, incomincia a far uscire per la sua casa editrice da poco fondata, la Mad Love, BIG NUMBERS. Cosi' spiega le sue intenzioni: "quello che voglio fare e' del materiale che e' estremo e radicale e vedere se lo riesco a rendere commerciale e vedere se riesce ad avere un qualche effetto sul "mainstream" dei fumetti. E' l'industria dei fumetti contro il medium dei fumetti."
Tutto a posto verrebbe da dire, niente di piu' sbagliato. I problemi nella gestione della Mad Love si fanno sentire dopo poco tempo, Big Numbers affonda, Lost Girls viene messa nel limbo e adesso viene pubblicata dalla Kitchen Sink, l'unica serie ad essere stata completata (dopo sette anni) e' From Hell sempre grazie alla Kitchen Sink.
Apparso nel 90 per la Viktor Gollancz ,"A Small Killing" fa vedere subito il suo nuovo corso: niente piu' supereroi, basta con le storie d'avventura, come se fosse giunta l'ora di guardare avanti e di portare avanti il fumetto in posti che lui aveva fatto solamente intravedere con le storie precedenti.
E' a prima vista una storia semplice, il cambiamento di un giovane yuppie dall'idealismo della gioventu' al cinismo dell'eta' adulta eppure si vede che dietro c'e' molto di piu', dentro il protagonista, Timothy Hole ci riconosciamo un po' tutti, chi piu' chi meno, il rampantismo degli anni'80 ci ha inaridito e Moore senza usare metafore scava subito senza cerimonie nel problema, nell'anima. Non mette il dito nella piaga della storia, prende direttamente un coltello e lo rivolta dentro senza troppi convenevoli. E' una storia sgradevole perche' parla direttamente tutti noi chiamando in causa la nostra coscienza. E' una storia europea si potrebbe dire, il tratto "infantile" di Oscar Zarate ci confonde e ci spiazza ancora di piu' perche' contrasta con la cattiveria dello script eppure non e' un racconto pesante, vi si trova dentro quella sua ironia, una certa leggerezza che e' un suo inconfondibile "marchio di fabbrica ".
Moore credette che andando via dalla DC i suoi vecchi fans l'avrebbero seguito, fece male i calcoli, il lettore medio di fumetti e' estremamente conservativo e anche se le serie summenzionate sono infinitamente migliori dal punto di vista artistico, dentro non ci sono supereroi e cosi' furono pochi i lettori fedeli che lo seguirono quando decise di fare da se'. I primi guai vennero quando si accorse che non riusciva a stare dietro alle date di pubblicazione di Big Numbers, il secondo capitolo ci mise molto ad uscire e anche questo allontano' molti suoi fans, From Hell procedeva abbastanza bene ma stavolta e' la Taboo ad avere dei problemi, abbastanza ironicamente saranno i Ninja Turtles a salvare questo ed altri lavori di molti autori validi: cioe' la creazione della Tundra da parte di Kevin Eastman e Peter Laird con i soldi ottenuti dalla creazione delle tartarughe ninja. In pratica la Tundra alleggerisce degli obblighi finanziari e burocratici gli autori che in questo modo si possono dedicare a tempo pieno al lato artistico delle loro storie.
Anche questa che sembrava la casa editrice perfetta fallisce (e per spiegare cosa ando' male alla Tundra ci vorrebbe un'altro testo, basti dire che i soldi c'erano, solo che si arrivo' a un livello di disorganizzazione tale che era diventato preaticamente impossibile far uscire qualcosa o avere dei rapporti normali con i responsabili solamente per capire cosa stava succedendo, anche Gaiman ne avrebbe avuto un discreto assaggio di questi problemi, quando lui e McKEAN vollero ristampare VIOLENT CASES ) e la Tundra viene inglobata dalla gloriosa Kitchen Sink la quale crede nella bonta' del lavoro di Moore & co. e si impegna a far uscire i volumetti di From Hell con una certa regolarita' e a continuare l'uscita di Lost Girls. From Hell e' finito e ad Agosto del 96 ha visto l'uscita dell' ultimo capitolo pero' ci sono voluti piu' di sette anni per completarlo, un tempo immane per far uscire un fumetto autoconclusivo.( la storia effettivamente non finisce qui' perche' successivamente la Kitchen e' stata acquistata dalla Ocean Capital Corporation una societa' di investimenti e le cose sono un po' peggiorate perche come disse Eddie Campbell: "prima se avevo un problema andavo da Kevin[Eastman] e si risolveva tutto poi dovevo parlare con Denis [Kitchen] ma anche li' le cose si aggiustavano, adesso devo parlare con dei burocrati ...").
"Lost Girls" nasce dal fatto che per Moore il linguaggio dell'erotismo e di certa pornografia e' vecchio e stantio, con questa serie lui si pone il problema di dire qualcosa di nuovo in un genere come questo che e' molto diffuso ma non e' mai stato sfruttato in maniera esaustiva dal punto di vista del linguaggio. Da queste premesse e' un peccato vedere che il fumetto in questione e' abbastanza deludente, e' comunque un'opera ancora agli inizi ed e' percio' ancora presto per trarre delle conclusioni, solo si vede che non riesce a raggiungere gli obiettivi prefissati, l'unica cosa degna di nota e' il fatto che mostra l'erotismo da un punto di vista molto femminile e non come era stato fatto fino ad adesso (Manara e molti altri) come fantasie prettamente maschili.
Le sue sceneggiature sono diverse per ogni artista ,per John Totleben e Steve Bissette parlera' piu' dell'atmosfera ,con Gibbons del layout, dei palazzi e di come mettere le persone, con Lloyd dell'atmosfera e delle ombre.
psicologica e artistica.
L'essersi tagliato fuori da un pubblico credendo che le sue storie piu' mature avrebbero venduto e' stato uno sbaglio di cui ancora adesso porta le conseguenze. L'aver reciso i legami con la cultura pop, cultura che lui con le sue storie era riuscito a trasformarla in arte aveva contribuito notevolmente allo stato delle cose. Credeva che una volta fuori avrebbe avuto l'attenzione dell'establishment letterario, non pensava pero' che quest'ultimo e' altrettanto conservativo quanto il lettore abituale di fumetti, semplicemente venne ignorato dagli ambienti culturali. Mentre lui lottava verso picchi di arte mai raggiunti prima non si e' accorto che l'arte lo stava passando nell'altra direzione senza degnarlo di uno sguardo.
From Hell e' stato un lavoro che lo ha sfiancato e che lo ha portato a "guadare negli escrementi" (soprattutto la stesura del decimo capitolo ), nessuno puo' continuare a lungo in quelle condizioni, tutte queste cose hanno sfinito Moore e nel '93 decide di accettare l'offerta della Image di scrivere dei fumetti per loro. Per i suoi fan piu' accaniti e' un tradimento, Moore e' l'autore che insieme a Crumb e Spiegelman il pubblico piu' "colto" si identifica pero' non e' giusto condannarlo per questo, ha avuto i suoi buoni motivi, doveva riassestare le sue pericolanti finanze (non si vive di buoni propositi e lui ne ha fatto amaramente le spese ), inoltre aveva bisogno di riavvicinarsi con un certo tipo di pubblico da cui si era volontariamente estraniato, penso', gia' che questi ragazzi leggono delle storie limitate facciamo in modo che siano le migliori possibili e in effetti diventa la punta di diamante della Image( non che ci volesse molto intendiamoci) e incomincia a portare nelle storie della casa editrice una coerenza e una raffinatezza che fino ad allora McFarlane e soci potevano solo sognare.
I suoi fumetti per la Image sono ben scritti , ponderatamente costruiti ma al contrario di Grant Morrison che ama la cultura pop Moore scrive con un limite di cui ne e' perfettamente cosciente. Non sono i veri fumetti di Alan Moore, ha perso l'energia che i teenagers apprezzavano (come quando scriveva storie come Halo Jones e DR Quinch). Per scrivere delle storie decenti e riavvicinarsi alle giovani generazioni (le generazioni nei fumetti cambiano molto piu' velocemente che in altri campi) ha tirato fuori "1963",una serie che affonda le radici nelle storie che Moore amava leggere quando era bambino. Eppure questi lettori sono un pericolo per il fumetto perche' ne arrestano lo sviluppo e lo legano al pregiudizio culturale che vede ancora il fumetto come sottogenere e che lui aveva contribuito pian piano a smontare con le sue opere.
Come disse Nick Hasted Moore ora e' in trappola, scrive storie per adulti che gli adolescenti rendono molto difficile finire e fumetti per adolescenti che l'industria nasconde alla vista degli adulti.
Le sue risorse comunque non stanno solo nel mondo dei fumetti come ha dimostrato a piu' riprese, nel '94 in occasione del suo compleanno a Newcastle ha tenuto una specie di performance (registrata poi anche su cd) :Birth Caul. E' la storia della sua vita partendo dalla morte della madre , fatto che lo porto' a rivalutare la propria vita e a darle una nuova direzione. Il pezzo continua fino alla propria nascita passando per l'adolescenza e i turbolenti giorni a scuola( dalla quale fu espulso per spaccio di droga) e l'infanzia. C'e' dentro il tentativo di comprendere la sua condizione e la continua ricerca di un significato. Da un'autore come lui ci si poteva aspettare un'opera pregna di significati e invece non c'e' un messaggio universale, e' tutto molto personale e onesto.
Forse e' da questa e da le altre direzioni che sta intraprendendo che puo' venire ancora fuori il vero Moore e ottenere il riconoscimento che gli spetta visto che il mondo dei fumetti ha tolto cosi' tanto a una persona che come poche altre ha contribuito alla sua elevazione facendo di tutto per cancellarle quel marchio di letteratura infantile che si porta dietro da troppo tempo. |
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