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Maus
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<s>,<a> Art Spiegelman, <e> prima edizione RAW #1 [1980], edizione completa Pantheon Books [1992]
E' la storia del padre dell'artista, Vladek, di come sia scampato, insieme alla moglie, Anja, alle persecuzioni naziste durante la seconda guerra mondiale (essendo tutti e due ebrei) e di come sia sopravvissuto ad Auschwitz ma e' anche la storia del difficile ed estremamente conflittuale rapporto tra padre e figlio (cioe' tra un sopravvissuto e un sopravvissuto al sopravvissuto) e dei problemi di quest'ultimo nel trovare un filo che unisca questi temi e che dia un certo significato al tutto senza banalizzare o usare toni enfatici o retorici.
Il volume che circola adesso e' composto da due libri "Mio padre sanguina storia" dove si parte dall'inizio delle persecuzioni naziste in Polonia seguendo la fuga dei coniugi Spiegelman attraverso la nazione vivendo nel terrore e riuscendo ad evitare numerose trappole fino al tradimento finale che li portera' dritti ad Auschwitz e cosi' si chiude il primo libro e inizia il secondo: "E qui' cominciano i miei guai" il quale parla della vita nel campo di concentramento e della lunga fuga da esso incominciata ironicamente proprio l'ultimo giorno di esistenza del lager stesso.
La storia e' narrata in prima persona da Vladek stesso durante successive conversazioni (la maggior parte registrate) col figlio. Il tutto e' visto come una specie di work in progress, ci vollero parecchi anni per pubblicarlo tutto (una quindicina se non vado errato), visto che all'inizio usciva sporadicamente sulla rivista fondata da Artie: il Raw magazine.
I ricordi del padre sono intervallati dalle visite di Artie alla sua famiglia e qui' ci viene offerto un pesante scorcio di vita familiare: i quasi inesistenti rapporti tra Art e Vladek se non quando si trattava di registrare del materiale per il libro, gli ancor piu' burrascosi rapporti tra Vladek e Mala, la seconda moglie (Anja si suicido' nel '68, una vicenda che ebbe forti ripercussioni su tutti in famiglia e che crea uno dei momenti piu' drammatici del libro documentato da una ristampa di una vecchia striscia di Art dedicata al fatto). Art non risparmia nessuno, critiche al padre (che lui dice assomigli alla classica caricatura dell'ebreo spilorcio) ma soprattutto a se stesso per essere vivo: "papa' e' sopravvissuto ad Auschwitz, e io?", come si fa a fare i conti con un'avvenimento di tale portata? L'artista non parteggia per nessuno, di ognuno descrive i propri lati positivi e negativi senza compiacimento o acrimonia, lui scrive e disegna tutto cio' che e' funzionale alla storia.
I disegni sono semplici, essenziali, assolutamente rigorosi e perfettamente adeguati a descrivere fatti di tale gravita'. Gli ebrei sono rappresentati come topi e i nazisti come gatti (i polacchi invece come maiali...), non c'e' differenza di disegno tra un personaggio e l'altro, a parte l'abbigliamento, tutto e' all'insegna di una spartanita' grafica inusuale nel fumetto. Per questo motivo quando i personaggi mostrano delle emozioni il tutto risalta ancora maggiormente e ci viene fornita l'informazione esatta, ne' piu' ne' meno di quello che serve alla comprensione della storia.
In Italia e' apparsa per la prima volta intorno all'83 a puntate su Linus, successivamente venne pubblicata un'edizione completa quando Spiegelman fini' anche il secondo libro intorno al '92. Gente come Umberto Eco o Goffredo Fofi si sono profusi in lodi per questo eccezionale lavoro.
Grazie a Maus, Spiegelman ottenne la borsa di studio Guggenheim, una candidatura al National Books Critics Circle Award e nel '92 lo Special Award del premio Pulitzer la prima volta che un fumetto ottiene un tale riconoscimento.
Ne e' uscita anche una edizione in CD ROM che comprende oltre ai lavori completi, gli schizzi, i disegni preparativi e le registrazioni delle conversazioni tra Artie e Vladek. |
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