|
<s>,<a> Gerard Lauzier ,<e> Dargaud Editeur Paris [1992]
Dopo essersi dedicato per un po' al cinema Lauzier, dieci anni dopo, torna a dedicarsi a Michel Choupon, dal suo "Diario di un giovane mediocre".
E' interessante vedere come l'autore tratta il suo vecchio personaggio dopo questi anni di assenza, notare come gli anni '90 lo abbiano cambiato. Questo lavoro (come anche quelli precedenti) e' una critica lucida e provocatoria di una societa' dove l'impegno politico e' stato rimosso a favore di vuoti rapporti interpersonali.
Il racconto scorre, scivola che neanche uno se ne accorge, eppure i pensieri, proprio come al protagonista, si fanno sempre piu' fitti e intricati mentre ci rendiamo partecipi delle sue "disavventure".
La vicenda e' piuttosto complessa pur nell'apparente semplicita' della trama: Michel fa lo scenografo per una piccola compagnia teatrale di dilettanti a Mont-Redon e la sua tranquilla esistenza viene scombussolata da Madeleine, la prima attrice, una donna sposata estremamente affascinante che pian piano gli fa perdere la testa.
Anche il disegno a prima vista sembra elementare eppure, a un'attenta analisi, si rivela raffinato e molto espressivo.
Il fumetto e' notevole per la sagacia di Lauzier e l'ironia nel trattare i rapporti che hanno i vari personaggi, i quali sono tutti delineati piuttosto bene, anche le semplici comparse. Michel e' sempre imbranato e gli e' rimasto sempre un certo idealismo e un po' di ingenuita' stemperata dagli anni. Cio' che rende interessante il suo personaggio e' il fatto che effettivamente e' Michel Choupon, ha una personalita' ben definita ma allo stesso tempo e' facile immedesimarsi in lui, soprattutto quando lo prende lo sconforto per non essere riuscito a dare una direzione ben precisa alla sua vita, quando pensa di non sapere assolutamente scrivere o quando sta a fissare il foglio bianco senza una sola idea per la mente. In questo l'opera e' anche piuttosto triste e malinconica ma non e' difficile riderci sopra grazie soprattutto all'umorismo che l'autore sparge qua' e la' a piene mani. |
|