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Apparso nel 90 per la Viktor Gollancz ,"A Small Killing" fa vedere subito il suo nuovo corso: niente più supereroi, basta con le storie d'avventura, come se fosse giunta l'ora di guardare avanti e di portare avanti il fumetto in posti che lui aveva fatto solamente intravedere con le storie precedenti.
E' a prima vista una storia semplice, il cambiamento di un giovane yuppie dall'idealismo della gioventù al cinismo dell'età adulta eppure si vede che dietro c'è molto di più, dentro il protagonista, Timothy Hole ci riconosciamo un po tutti, chi più chi meno, il rampantismo degli anni'80 ci ha inaridito e Moore senza usare metafore scava subito senza cerimonie nel problema, nell'anima. Non mette il dito nella piaga della storia, prende direttamente un coltello e lo rivolta dentro senza troppi convenevoli. E' una storia sgradevole perchè parla direttamente tutti noi chiamando in causa la nostra coscienza. E' una storia europea si potrebbe dire, il tratto "infantile" di Oscar Zarate ci confonde e ci spiazza ancora di più perchè contrasta con la cattiveria dello script eppure non è un racconto pesante, vi si trova dentro quella sua ironia, una certa leggerezza che è un suo inconfondibile "marchio di fabbrica ". |
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