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 sabato 27 luglio 2024 Ore: 18:21

SAN DONATO MILANESE

San Donato ieri...

Le origini

La storia di San Donato Milanese affonda le sue radici in tempi remoti, quando, prima della conquista romana, Liguri, Umbri, Etruschi e soprattutto Celto-Galli popolarono la vasta pianura che va da Melegnano a Milano, e che all’epoca presentava caratteristiche molto diverse da oggi: ai fitti boschi vicini al capoluogo lombardo si sostituivano, man mano che ci si avvicinava a Melegnano, le paludi create dai numerosi corsi d’acqua, sfocianti nel Lambro.

Ai tempi dei Romani

Fu verso il 222 a.C. che i legionari romani occuparono le terre della bassa Pianura Padana e già nel 333 d.C. esisteva una strada consolare Mediolanum Laus Pompeia, lunga 16 miglia (24 km), che congiungeva appunto Milano a Lodi e proseguiva poi in direzione sud: la via Emilia. Di questa via sappiamo che il secondo miglio cadeva poco dopo l’attuale piazzale Lodi a Milano, il terzo miglio a Rogoredo, il quarto all’incrocio tra San Martino e Triulzo, il quinto miglio, "ad quintum lapidem", cadeva a San Donato, dove iniziava l’antica via per Bolgiano, il sesto a Borgolombardo, il settimo a San Giuliano, all’incrocio per Carpianello, l’ottavo all’altezza dell’attuale Occhiò ed il nono cadeva alla Cascina Rampina, dove si trova la "Mutatio ad Nunum", cioè il cambio di cavalli con servizi annessi per i passeggeri.

Dunque, laddove ogni miliario si incrociava con un'altra strada sorgeva una chiesa (San Martino, San Donato, San Giuliano), attorno alla quale si formarono i nuclei abitati che diventarono paesi e città.

Della dominazione romana non mancano tracce nel nostro paese e nei suoi dintorni.

Arrivano i Longobardi

Successive notizie di San Donato risalgono ai tempi dei Longobardi, allorché Grimoaldo, duca di Benevento e amico del vescovo Donato d’Arezzo, nonostante la sua fede ariana, risalì in Italia, ufficialmente in aiuto di Gotoperto che aveva usurpato il trono del fratello Bertarico.

Furono gli Aretini che diedero il nome del loro vescovo al territorio di San Donato.

Grimoaldo (VII secolo), che in realtà aveva delle mire su Pavia, portava con se un poderoso esercito composto tra l’altro da un nutrito stuolo di militari aretini.

Dopo i Longobardi dominarono i Franchi, i Carolingi quindi gli Ottoni e quando nel XII secolo vennero per i Milanesi i tempi tumultuosi che videro l’avvento al trono di Corrado di Franconia e la ribellione del vescovo Anselmo IV da Pusteria al legittimo Papa Innocenzo II, si farà avanti l’umile abate Bernardo di Clairvaux, rimasto famoso per la sua opera di pacificazione.

In segno di gratitudine i milanesi vollero erigere per lui e i suoi seguaci un monastero. La costruzione ebbe inizio nel 1135 su un terreno acquitrinoso a Rovegnano (l’attuale Chiaravalle), nei pressi do Bagnolo. E per San Donato l’abbazia fu un vero fu un vero faro di luce, risparmiata dal Barbarossa, incantato dal suo fascino. Egli, come come scrive il cronista Sire Raul, nel 1158, durante la sua seconda discesa in Italia cercò di lottare contro le autonomia locali, in modo particolare contro Milano. Il campo imperiale fu posto a "Bolzanum" – dove Federico Barbarossa si trattenne per una settimana: fu che il popolo milanese, guidato dal vescovo Oberto, si recò, in atto di sottomissione, con i piedi nudi e le spalle sopra il collo.

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