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SAN
DONATO MILANESE
L'èra ciara l'aqua del Lamber
Era chiara l'acqua del Fiume
Lambro
LE ABBAZIE DELLA ZONA SUD-MILANO
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Abbazia o badia è un monastero governato da un abate e abitato da monaci canonici regolari. I monasteri più antichi e i cenobi prendevano il nome dal luogo o dal fondatore, spesso furono dei veri e propri eremi, siti in luoghi solitari. Già dal IV sec. d.C. cominciarono però a diffondersi anche nelle maggiori città dell'impero.
Le abbazie hanno comunque conservato diversi caratteri dell'indole primitiva: è sempre una "famiglia" e la sua organizzazione interna differisce sensibilmente da quella delle case religiose moderne. Il governo dell'abbazia è interamente nelle mani dell'abate che sceglie direttamente i monaci preposti ai vari uffici: il priore, il vicario, il
cellario, l'economo, il maestro dei novizi. Quindi, dirige non solo l'amministrazione temporale, ma anche quella economica. In seguito alla enunciazione della regola di S. Benedetto (... sec.), le abbazie si diffusero in tutta Europa, raggiungendo grande floridezza e dando vita a numerosi ordini monastici. In Lombardia si affermarono soprattutto i Cistercensi, monaci che si ispiravano alla regola borgognona di Bernard di
Clairvaux, ispirata al pragmatismo. Essi avviarono una vastissima opera di bonifica convertendo gli acquitrini in terreni fertili e l'abbazia stessa si trasformò in una grande azienda agricola, bene organizzata e autonoma.
Nel territorio Sud milanese, soprattutto nella valle media del Lambro, sono presenti quattro tra le più significative abbazie dell'Italia settentrionale:
Chiaravalle, Mirasole, Viboldone, Monluè. La prima appartiene ai Cistercensi, le altre tre ad un ordine locale che ebbe molta fortuna tra il XIII ed il XVI secolo, gli Umiliati .
Le costruzioni dei due ordini hanno caratteri diversi. L'abbazia cistercense riuniva una comunità ampia e diversificata, i suoi centri comunitari erano la chiesa e il chiostro, nel cui perimetro si disponevano i locali del monastero. L'austerità della regola, che imponeva la rinuncia ai beni del mondo, si riflette nella sobrietà delle costruzioni. L'abbazia umiliata, invece, sorge attorno a una grande corte, in questo simile alla tipica costruzione rurale locale: la cascina lombarda. La chiesa (salvo
Viboldone) non è di grandi dimensioni ed è spesso collegata a un chiostro. Attorno alla corte sorgono le case dei contadini, i fienili, le stalle, i granai. E' un complesso molto unitario (la
grangia): attività agricole e religione non sono separate . |
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CHIARAVALLE MILANESE
Fondata nel XII secolo, dista, in linea d'aria, non più di sette chilometri dal Duomo di Milano. A distanza si riconosce per l'alta ed elegante torre che sorge dalla campagna (che i milanesi chiamano affettuosamente
"ciribiciaccola"). Elemento di riferimento è il chiostro (uno dei due rimasti): un rettangolo con un bel portico, che separa e unisce insieme gli spazi comunitari. La chiesa, a croce latina, è ampia e solenne nella sua sobrietà, situata a Nord e rigorosamente orientata nella direzione Est-Ovest. Nei secoli, gli artisti vi hanno lasciato opere insigni: su tutte, gli affreschi cinquecenteschi di B. Luini .
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MONLUé
Tra tutte è la più vicina alla città, proprio per la sua vicinanza, la costruzione è stata soffocata dalla sopraelevazione della Tangenziale Est, che vi passa a pochi metri. Gli edifici, di chiara impronta umiliata, nelle loro parti più antiche risalgono al 1267 e la chiesa, dedicata a S. Lorenzo martire, fu consacrata da Ottone Visconti, allora arcivescovo di Milano. Oltre ai tipici edifici rurali, si può ancora trovare traccia delle opere idrauliche che, sfruttando le acque del
Lambro, consentivano la lavorazione della lana .
Attualmente ospita un centro di accoglienza per gli immigrati disagiati e l'assistenza agli emarginati. |
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MIRASOLE
Si trova nel territorio comunale di Opera. Fondata nel XIII sec., dal 1797 è proprietà dell'Ospedale Maggiore di Milano che, recentemente, vi ha insediato un importante centro documentale e specialistico.
L'impianto della costruzione umiliata è ancora ben visibile: una grande corte, sul cui perimetro sorgono le costruzioni agricole, la piccola chiesa ed il chiostro attiguo. Sul lato destro dell'ingresso della chiesa, un bassorilievo raffigura un agnello, simbolo della lavorazione della lana, attività che diede considerevoli ricchezze all'ordine . |
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VIBOLDONE
E' situata nel territorio di S. Giuliano Milanese, collegata per via d'acqua a Chiaravalle dalla roggia
Vettabbia. E' il primo insediamento dei monaci Umiliati e il documento più antico che attesta la loro presenza risale al 1176. La posizione sulla
Vettabbia, antico canale che serviva ai trasporti fin dall'epoca romana, e il terreno agricolo che venne ricavato dalla bonifica ispirarono sia le attività agricola e laniera dei monaci sia l'architettura del complesso che si presenta molto unitario nel suo significato.
L'elemento architettonico e artistico più rilevante è la chiesa. Varcando il bel portale in marmo, ricavato nell'elegante facciata in cotto, si entra in uno spazio ripartito in tre navate, di grande suggestione. La luce che penetra dal rosone illumina le arcate gotiche, i capitelli e, sullo sfondo, l'abside decorati da pregevoli affreschi trecenteschi di scuola
giottesca, dai colori vivaci e dolci. Dal 1941 L'edificio è affidato ad un ordine di suore di clausura che si dedicano al restauro di libri antichi.
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