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 sabato 23 novembre 2024 Ore: 10:36

SAN DONATO MILANESE

L'èra ciara l'aqua del Lamber
Era chiara l'acqua del Fiume Lambro

DA MELEGNANO ALLA FOCE

 

Dopo Melegnano il fiume si ingrossa sensibilmente. In questa zona, il Lambro riceve infatti diversi affluenti, perlopiù di origine artificiale: i colatori delle acque milanesi, la Vettabbia e il Redefossi con un notevole carico di inquinanti, e l'Addetta che proviene dal canale Muzza. Lasciato Melegnano, la cui disposizione geografica è profondamente influenzata dal tracciato del fiume, si incontrano centri di schietta impronta agricola coi caratteristici borghi rurali e i tipici campanili della bassa milanese e lodigiana: S. Zenone, Cerro al Lambro, Salerano. Lodivecchio ne è sfiorata.
Qui, il Lambro, maestoso nelle sue volute infossate nella pianura alluvionale, è il vero signore del paesaggio locale. Nei dintorni, le opere idrauliche che fanno capo al fiume non mancano di interesse per l'occhio interessato ai caratteri del territorio.
Poco oltre, a S. Angelo, uno dei maggiori centri del lodigiano, non si può tralasciare di visitare lo splendido castello visconteo che ospita, tra l'altro, uno dei più interessanti musei agricoli d'Italia. Presso questa cittadina, il corso d'acqua raddoppia la sua portata, ma, purtroppo, anche il carico degli inquinanti: riceve infatti il Lambro meridionale, un grande colatore che si stacca dalla rete idrica dell'abitato di Milano.
Più avanti ancora, il fiume passa accanto a S. Colombano al Lambro, sormontato da alcune collinette, un'anomalia geologica del territorio che consente lo sviluppo di colture altrettanto atipiche. Infatti, caso unico in tutto il lodigiano e il milanese, vi si coltiva la vite, che produce un vino che ha ricevuto di recente l'appellativo D.O.C. Oltre la vite è sviluppata anche la coltivazione degli alberi da frutto: tipica la "festa della ciliegia" che si svolge in maggio.
Dopo la cittadina, l'alveo si allarga considerevolmente e l'orizzonte è sempre più caratterizzato dalle sagome dei pioppi, che annunciano il corso del grande collettore padano: il Po.
La confluenza dei due fiumi, tra la provincia di Milano e Pavia, è ormai vicina. Schiume e gabbiani sono i marcatori più tipici dell'inquinamento delle acque del nostro fiume.
E' interessante notare come il corso del Lambro, in quest'ultimo tratto, sia diverso da quello che viene descritto fino al XIII secolo. In quel periodo, infatti, a causa di alcune opere idrauliche, ma più probabilmente per il cambiamento di direzione di un ramo del Po, si accorciò parecchio. La troncatura lasciò una distesa limacciosa, che la popolazione locale chiamò appunto "Lambro morto" o "scolo Mortizza".
Il Po non riceve un grande apporto d'acqua dal Lambro, ma ne viene enormemente arricchito di inquinanti di ogni tipo, in questo pari soltanto all'Olona, che confluisce alcuni chilometri più a monte.
Forse "l'aqua del Lamber" non è mai stata "ciara" come riporta il detto, ma certamente si poteva definire acqua.



 

Il Basso Lambro comprende:

Melegnano e Sant'Angelo

San Colombano

La Foce

 

 

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