S. COLOMBANO AL LAMBRO
Una pia tradizione orale, non suffragata da prove storiche, vuole che S. Colombano, all'inizio del VII secolo, sia passato da queste parti mentre scendeva verso il Po. Il monaco irlandese, sempre secondo la leggenda, avrebbe convertito gli abitanti locali ancora "immersi nel superstizioso paganesimo" e avrebbe anche insegnato loro la coltivazione della vite.
Il paese di S. Colombano, che attualmente conta circa 7000 abitanti, si estende ai piedi di una piccola zona collinare che si eleva circa a metà strada tra Milano e Pavia: quaranta chilometri dalla prima, trenta dalla seconda.
Benché la quota più elevata non superi i 147 metri di altezza, l'esposizione al sole offre buone condizioni per la produzione del vino, apprezzato per le sue caratteristiche e, proprio per questo, riconosciuto col marchio DOC. Nel 1987 si è formato il consorzio del "S. Colombano DOC", a garanzia della qualità e per la promozione del prodotto.
Dal punto di vista geologico, questi rilievi che emergono da una pianura piatta fino all'orizzonte, sono considerati una piccola appendice dell'Appennino, dal quale sono stati separati dal corso del Po. Il sottosuolo è ricco di minerali e, sul versante opposto a
S.Colombano, sgorga una sorgente termale, sfruttata per le cure a
Miradolo.
Sebbene non vi siano dati sicuri sull'epoca della fondazione di S.
Colombano, si ha la notizia di un nucleo abitativo fin dal VII/VIII secolo d.C., periodo in cui, verosimilmente, vengono gettate le fondazioni di una fortificazione che poi diverrà il castello. Il monumento più insigne della cittadina avrebbe avuto quindi origine in epoca longobarda (anche se qualcuno azzarda l'ipotesi di una fortificazione romana), ma venne poi distrutto e riedificato all'epoca di Federico
Barbarossa, attorno al 1164. Passò poi alle famiglie nobiliari dei
Landriani, Torriani, Visconti quindi ai certosini di Pavia e infine ai Belgioioso che lo tennero fino al 1951. In epoche recenti ha subito un progressivo ridimensionamento e, oggi, è ridotto a poco più che a una torre merlata quattrocentesca, già munita di ponte levatoio. Una lapide ricorda che nel 1353 vi soggiornò Francesco
Petrarca, ospite di Giovanni Visconti, arcivescovo di Milano. Il poeta sembra aver apprezzato l'ospitalità: "...io non conosco altro luogo, che in postura sì poco levata, si vegga intorno sì vasto prospetto di nobilissime terre...".
Oltre alla torre principale, si può anche osservare una seconda torre, detta la "castellana", e una porzione della cinta difensiva fatta costruire dal
Barbarossa, e più volte rimaneggiata, che ora include la villa e il parco
Belgioioso.
Appuntamenti caratteristici, che testimoniano la vocazione agricola della zona sono la "Festa della ciliegia e delle erbe spontanee" (Maggio), la "Sagra provinciale dell'uva"
(IV domenica di Settembre) e "Viviverde", rassegna agroalimentare di metà settembre.
La località su cui sorge S. Colombano, in epoca romana era chiamata,
"Lambrum" ed era un'importante stazione fluviale per i collegamenti tra l'Adriatico e il centro della pianura padana, Milano compreso. |