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 giovedì 21 novembre 2024 Ore: 13:47

SAN DONATO MILANESE

L'èra ciara l'aqua del Lamber
Era chiara l'acqua del Fiume Lambro

 

 

IL PARCO DI MONZA

La realizzazione del Parco di Monza risale all'epoca napoleonica, sotto il governo del viceré Beauharnais, ed ebbe come progettista un architetto insigne come L. Canonica. Progetto e lavori vennero compiuti in quattro fasi successive, tra il 1805 e il 1808, quando infine venne cinta da un alto muro di 14Km di lunghezza che ne fece il più grande spazio pubblico recintato d'Europa (circa 700 ettari di superficie). Nel progetto del "real parco" venne inserita anche la seicentesca villa Mirabello, con dignità di "palazzo reale".
Il 43% del suolo era occupato da bosco, il 27% da aratorio moronato (cioè con filari di gelsi), il 20% da prati e inoltre vivai, orti, cascine e mulini, viali, strade e ponti. Il disegno aveva come riferimento il corso del Lambro che, dopo un breve percorso all'esterno della recinzione, attraversa il parco alimentandosi delle acque provenienti da diverse rogge irrigue.
Quindi non soltanto uno spazio naturalistico e decorativo, ma anche un centro per la sperimentazione delle colture agricole e dell'allevamento. E anche un giardino botanico come testimoniano le piantumazioni di numerose specie non autoctone che vi si trovano ancora (Sequoia, Gingko biloba, Cedro del Libano, ecc.).

 

 

Il carattere polivalente dell'aria ha mantenuto l'ispirazione del progetto iniziale fino agli anni venti di questo secolo quando è iniziata la costruzione dell'autodromo. Dopo le difficoltà iniziali questa struttura si è via via espansa a discapito dell'area verde, suscitando un aspro attrito tra gli interessi del motorismo, molto cospicui, e le idee ecologiste che si sono affermate in questi ultimi decenni.
Attualmente, oltre all'autodromo, il parco ospita associazioni private e pubbliche, un campo di golf, un cento ippico, un centro per l'educazione ambientale e conserva l'attività di sperimentazione agricola. Meno definito, attualmente, il significato botanico ed ecologico della zona, per quanto il patrimonio della vegetazione sia cospicuo. Vicino all'acqua si trovano: platani, pioppi, salici, ontani, aceri, sambuchi; più lontano dall'acqua: farnie, roveri, olmi, ippocastani, tigli, noci, castagni, faggi, noccioli e diverse specie d'arbusti.
Il segno più evidente della mutazione dei tempi è l'aspetto delle acque del Lambro: da limpide, come erano un tempo, a un fluido maleodorante che crea vistosi cumuli di schiuma sotto le cascatelle delle briglie.

 

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