Abbandonata la zona dei laghi briantei, il Lambro incontra ondulazioni sempre più morbide fino ad entrare definitivamente nella pianura. Attraversando il suo famoso parco, il fiume entra nel comune di Monza. Dell'evoluzione dei tempi e delle diverse destinazioni d'uso, il Lambro è un esempio evidente: da elemento idrografico che aveva ispirato il disegno del parco a collettore di scarichi industriali e urbani.
Attraversata Monza, il fiume lambisce Milano e, ancora una volta, incontriamo un'area attrezzata a parco pubblico. Siamo al Parco
Lambro, una superficie di circa 90 ettari che nel 1936 fu destinata a polmone verde, il più ampio, per i milanesi. Allo stesso tempo doveva essere una sorta di museo agricolo all'aperto dal momento che parte era stata riservata alle preesistenti cascine, ai mulini e alla coltivazione foraggiera più tipica della pianura lombarda, la marcita. Attualmente l'area pur avendo mantenuto il carattere di parco pubblico e sempre in attesa di rilancio, soffre dei tipici problemi delle zone metropolitane della periferia: soffocamento del cemento, inquinamento da scarichi e di altro genere, emarginazione e criminalità.
Superato l'abitato della metropoli, il fiume lambisce la pista dell'aeroporto di Linate e fa poi da confine tra i comuni di Peschiera Borromeo e S. Donato Milanese. È il territorio delle abbazie cistercensi e umiliate della zona Sud/Milano:
Monluè, Chiaravalle, Mirasole, Viboldone. Quasi mille di storia, da quando gli ordini monastici iniziarono la grandiosa opera di bonifica, parlano all'osservatore con le costruzioni religiose, le cascine, la mirabile rete di canalizzazioni e le recenti trasformazioni edilizie. Con la grandezza e il dinamismo dei progetti ma anche con i problemi connessi alla vita moderna: inurbamento, inquinamento, divisioni sociali, microcriminalità, emarginazione.
Segnando la linea di confine tra i comuni di S. Giuliano Milanese e Mediglia (dalle attività varie e composite il primo, prevalentemente agricolo il secondo) il Lambro si dirige su Melegnano con ampie volute. L'antica cittadina lo accoglie da un dosso sulla sponda destra e nelle sue acque si riflette. Siamo al confine tra la provincia di Milano e Lodi, una linea di diversificazione del paesaggio, ma anche di tipo economico e sociale; per la sua posizione geografica teatro di antichi conflitti fin dall'epoca del Barbarossa e dalla
Battaglia dei Giganti (1515).
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