LA CASCINA LOMBARDA
La zona agricola dell'alta pianura padana può forse godere di terreni più fertili, ma quella più a Sud, che si estende fino al Po, usufruisce di una fittissima rete di canali che consente una grande disponibilità d'acqua; le costruzioni agricole della bassa padana diventano così più ampie, articolate e organizzate.
Le cascine sono generalmente composte da un edificio centrale, destinato al proprietario o affittuario dell'azienda e da un complesso periferico di altri edifici, destinati ai lavoratori ed alle loro famiglie, o alle necessità produttive agrarie e zootecniche. Il complesso degli edifici costituisce il perimetro di un grande spazio centrale scoperto: l'aia. Ne risulta una struttura quadrangolare, protetta all'esterno dai muri degli edifici, probabilmente sul modello della "curtis" romana. Del tutto autonoma, perciò.
Le abitazioni delle famiglie dei lavoratori con incarichi di responsabilità (come l'agente, il fattore, il casaro, il capocavallante e il capomungitore) potevano contare su abitazioni più ampie, mentre quelle dei lavoratori con mansioni più umili si affacciavano sulla "curt di paisan" (corte dei paesani), separata dalla principale da un muretto. Ogni famiglia disponeva di una porzione di lunghe costruzioni rustiche che usava al piano superiore come legnaia e al piano inferiore come stabiolo ("pursil") per allevare il maiale.
A fianco dei rustici si trovava solitamente il pozzo dell'acqua potabile, con vicino una vasca per il bucato e una caldaia per scaldare l'acqua, mentre un piccolo porticato sulla stessa linea dei rustici ospitava un camino con il forno per il pane. A ridosso della corte, inoltre, si trovavano piccoli appezzamenti di terreno: gli orti delle famiglie dei lavoratori.
La casa padronale (il "palas") dominava l'aia ed era abbellita da un giardino con alberi ornamentali, fiori e siepi ben curate, un orto con alberi da frutta e le migliori ortaglie della cascina. A seconda del prestigio dell'azienda, il palas poteva essere un edificio di pregio architettonico e, unico tra tutti, poteva disporre di locali di uso diverso: sala da pranzo, cucina, camere da letto, con un arredo più o meno ricco a seconda delle condizioni economiche; in alto, sul tetto, si ergeva un piccolo campanile con una campanella che stabiliva la scadenza della giornata lavorativa.
Presso la casa padronale sorgeva anche una chiesetta, l'oratorio, dove alla domenica e nei giorni di festa si celebrava la messa.
Il corpo di fabbrica più imponente che si affacciava sull'aia ospitava la stalla delle bovine da latte ("el stalon"). Disposta nell'orientamento migliore, con le facciate a nord e a sud, era costruita in modo tale da permettere alle vacche di non soffrire il freddo neanche durante l'inverno. Il piano superiore dell'alloggio era interamente occupato dal deposito di paglia e fieno, mentre negli spazi porticati non occupati dal bestiame venivano depositati gli attrezzi.
L'eventuale porcilaia era invece un edificio a parte, progettato diversamente innanzitutto per consentire una maggiore areazione dell'ambiente e, quindi, una maggiore dispersione degli odori.
Concime e altri materiali di scarto venivano portati a fermentare nella concimaia, una fossa rettangolare di mattoni, dall'aspetto poco invitante, ma che accumulava il prezioso concime per le coltivazioni.
Edifici accessori, quindi non sempre presenti, erano lo "stallino" per il bestiame da tiro e il "cason", dove si lavorava il latte.
Per la produzione dei latticini, soprattutto burro, occorreva poter disporre, in ogni stagione, di ghiaccio. A questo si provvedeva con la ghiacciaia ("nevera" o "giasera di campagna") : era fatta di un cerchio in muratura molto spessa, provvista di una volta a cupola e di un camminamento, cui si accedeva dall'unica porta, che immetteva in una sala nella quale, d'inverno, venivano accumulati neve e ghiaccio.
I cascinali maggiori avevano anche una cappella, spesso sul perimetro esterno per consentire l'accesso alle funzioni religiose anche a persone provenienti dall'esterno.
per approfondimenti sulle cascine a San Donato Milanese vedi anche (cenni
storici - sezione Cascine
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